«Rendere la vita urbana più attrattiva»

Dicembre 2019

Incontro con l’architetto Giovanni Guscetti, co-responsabile del settore «Paesaggio e insediamenti» del PALoc. L’esperto in pianificazione del territorio spiega i principi che reggono i nuovi programmi di agglomerato in fase di studio o di realizzazione in tutta la Svizzera. In particolare, per Locarno si prefigura un volto urbano fortemente connesso con le aree verdi.

Per quanto riguarda gli insediamenti, la strategia in atto in tutta la Svizzera è di rendere più attrattiva la vita urbana. In pratica si tratta di limitare la dispersione degli spazi utilizzati, con zone edificabili troppo ampie e a bassa densità, dovuta all’occupazione di terreni fuori dal centro. Come spiega l’architetto Giovanni Guscetti, membro del gruppo di lavoro a cui è stato affidato il programma d’agglomerato del Locarnese (PALoc), questo modo di costruire comporta conseguenze negative sul paesaggio, sulla mobilità, sul costo delle infrastrutture e sui consumi energetici. Ad esempio, in Ticino abbiamo tanta disponibilità di spazio nelle zone R2 – ossia dove ci sono le casette – e relativamente poca nelle zone R5-R6, centrali e ben servite dal trasporto pubblico, dove si dovrebbe costruire sfruttando al meglio le riserve disponibili.

In questa strategia nazionale rientra anche il PALoc, il cui obiettivo è di avere una visione coordinata tra paesaggio, insediamenti e infrastrutture. Più specificamente, sottolinea l’architetto Guscetti, «abbiamo cercato di creare un legame tra questi elementi».


Spazio al verde
Il paesaggio del Locarnese è ricco di vastissimi spazi verdi, come ad esempio il parco del Delta della Maggia che sorge al centro della città o il Piano di Magadino, che è come un proseguimento del lago. Poi abbiamo questo territorio che è stato scolpito dall’acqua, sia dai grandi fiumi sia dai torrenti che scendono dalle valli minori. Oggi, in prossimità dell’acqua abbiamo diverse infrastrutture pubbliche per lo sport, il tempo libero e la cultura. L’idea è di creare un sistema interconnesso: aree verdi, acqua e funzioni pubbliche collegate grazie alla mobilità lenta, ovvero pedoni e biciclette. Questo sistema paesaggistico di spazi verdi e acqua è lo «scheletro portante» dell’agglomerato del Locarnese.
Per quanto riguarda le aree verdi, il progetto più importante è quello del Parco del Delta della Maggia, che deve diventare un punto di riferimento per il tempo libero e ha anche una funzione agricola, naturale. Bisogna quindi migliorare l’accessibilità, la mobilità lenta e in generale la fruibilità. Il grosso potenziale di questo elemento verde sta nel fatto che è veramente vicino agli insediamenti, è proprio sulla soglia di casa. In seguito, c’è la valorizzazione delle aree naturali di svago, come il Monte Verità, il bosco di Maia, le Isole di Brissago, lo stagno Paron nel Gambarogno, al fine di creare una sequenza di aree verdi e parchi collegati in rete.

Ritorno al centro
Il secondo punto strategico riguarda il cosiddetto «sviluppo centripeto». Ciò significa che bisogna far sì che un’eventuale crescita di popolazione e posti di lavoro non avvenga nelle zone «periferiche», onde evitare un’ulteriore dispersione degli abitati, cercando di riportare la gente nelle zone più centrali. «Il nostro gruppo di lavoro – precisa l’arch. Guscetti – ha quindi individuato queste zone e ha cercato di elaborare misure concrete che ne permettessero la valorizzazione urbanistica, migliorando il servizio di trasporto pubblico, riqualificando gli spazi pubblici». In definitiva si tratta di rendere i centri più attrattivi per accogliere una vita urbana più «interessante». In questo ambito, avrà un ruolo importante la riqualifica di Largo Zorzi e Piazza Grande, che ridisegnerà il cuore di Locarno. In dettaglio, per quanto riguarda il Locarnese i punti interessati dalle misure sono quelli in prossimità della nuova stazione di Muralto, delle fermate Tilo di Minusio, Tenero e Gordola, nonché tutta la fascia servita dalle linee di trasporto pubblico tra Locarno e Bellinzona. Un terzo punto strategico è infatti quello della riqualifica degli assi viari storici del Locarnese, attualmente caratterizzati da traffico e rumore, nonché da una bassa densità di costruzioni. Migliorando e recuperando la qualità di vita lungo questi assi stradali, si potrebbero sfruttare le ampie riserve edificatorie a disposizione.

Quello delineato nel PALoc – tiene a precisare l’arch. Guscetti – è comunque uno scenario «auspicato», quindi ideale, che dovrebbe essere attuato entro il 2030. Ovviamente, tale scenario sarà adeguato se le tendenze di crescita dovessero mutare. Sembra comunque assodato che il futuro volto del Locarnese sarà più urbano ma soprattutto dipinto di verde. ■

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