Tra regolamentazione e innovazione

Il settore della costruzione svizzero si trova di fronte a sfide cruciali: dalla carenza di manodopera qualificata alla trasformazione digitale, dalla neutralità climatica alla crescente regolamentazione. Ma la più grande rimane la densificazione edilizia, necessaria per proteggere il territorio e rispondere alla crescita demografica.

Novembre 2025

Qual è la sfida più grande per il settore della costruzione svizzero?
Il nostro settore deve affrontare numerose sfide: carenza di manodopera qualificata, aumento della regolamentazione, neutralità climatica e trasformazione digitale. La SSIC investe quindi attivamente nelle nuove leve, nella digitalizzazione e nell’economia circolare. Tuttavia, la sfida più grande, che ha conseguenze decisive per la società, è l’attuazione della Legge sulla pianificazione del territorio, ovvero la densificazione edilizia. Non ci sono alternative se vogliamo proteggere il nostro spazio vitale e allo stesso tempo far fronte alla crescita demografica. I Cantoni e i Comuni hanno ampiamente fallito in questo senso. Stiamo procedendo troppo lentamente.

Quali sono, secondo lei, le ragioni principali della carenza di manodopera qualificata nel settore edile e come si può rendere il settore più attraente per i giovani?
Molti lavoratori qualificati con esperienza andranno presto in pensione, mentre mancano le nuove leve. Inoltre, il lavoro nell’edilizia è considerato impegnativo ed è oggetto di pregiudizi. Eppure il settore edile offre condizioni di lavoro molto interessanti: uno stipendio iniziale di circa 5000 franchi e i salari più alti in Europa per gli artigiani, il pensionamento anticipato a partire dai 60 anni e ottime opportunità di carriera. Per rendere visibili questi punti di forza, investiamo nel marketing professionale (bauberufe.ch) e sviluppiamo costantemente il nostro programma di formazione e perfezionamento professionale.
I risultati non tardano ad arrivare sono arrivati: nel 2024 il numero degli apprendisti è aumentato del 10%.

Con quali strategie e iniziative la vostra associazione intende rafforzare e ampliare il contributo del settore agli obiettivi climatici della Svizzera?
Il settore edile è fondamentale per una Svizzera sostenibile e negli ultimi 30 anni ha già dimezzato l’impronta ecologica pro capite! La SSIC sostiene i suoi membri lungo questo cammino, così da poter sfruttare le opportunità offerte dallo sviluppo sostenibile e applicando i risultati delle ricerche in questo campo. L’attenzione si concentra sull’economia circolare con un approccio basato sul ciclo di vita. Il calcestruzzo è il campione mondiale del riciclaggio e, grazie allo stoccaggio di CO², può contribuire in modo significativo alla neutralità climatica. Affinché vengano utilizzati materiali da costruzione e metodi di costruzione riciclabili, i committenti devono redigere bandi di gara adeguati. Il toolbox sostenibilità della SSIC supporta l’integrazione di criteri ecologici, economici e sociali nei bandi di gara. Per il parco immobiliare rimangono importanti le ristrutturazioni energetiche e, ove opportuno, le nuove costruzioni sostitutive.

Quanto è digitale il settore edile e quali sono le tendenze future dell’industria delle costruzioni nell’era digitale?
Il settore edile è più digitale di quanto si pensi, ma c’è ancora molto potenziale. Molte aziende utilizzano oggi strumenti digitali per l’organizzazione e la documentazione dei cantieri. Una leva centrale è il Building Information Modeling (BIM): le informazioni basate su modelli possono già essere utilizzate in casi d’uso concreti in cantiere. Inoltre, sempre più committenti richiedono gare d’appalto basate su modelli. Poiché mancano standard vincolanti, la SSIC sta sviluppando basi di calcolo basate sui componenti. Inoltre, supportiamo le aziende con l’assistente digitale AI Construix.ch, in grado di rispondere in pochi secondi a domande di natura legale e normativa. Si tratta del nuovo Chat-GPT del settore edile svizzero, destinato a diventare presto uno strumento indispensabile per ogni specialista dell’edilizia.

Quali opportunità vede per l’edilizia grazie al maggiore utilizzo delle tecnologie di stampa 3D?
La stampa 3D non è più una tecnologia nuova. La seguiamo con attenzione, soprattutto per quanto riguarda la sostenibilità, l’efficienza e i tempi di costruzione. Tuttavia, al momento non è ampiamente applicabile, poiché mancano i requisiti tecnici, normativi ed economici. Alcuni membri della SSIC stanno sperimentando progetti pilota, ma molti mettono ancora in discussione la sua utilità pratica. La SSIC si posiziona a metà strada tra l’hype e la realtà e considera la stampa 3D come uno dei numerosi mezzi per aumentare la produttività. Come associazione, ci concentriamo consapevolmente su temi che oggi hanno un ampio impatto, come il BIM o l’uso dell’IA. Dove la leva è più grande.

Quali riforme politiche ritiene urgenti per accelerare i processi di pianificazione e approvazione?
Questa è per noi la priorità assoluta sulla strada verso una densificazione di successo! A tal fine sono necessarie tre riforme fondamentali: in primo luogo, procedure più rapide. Gli impianti solari o le pompe di calore, ad esempio, dovrebbero essere soggetti alla procedura di notifica e i processi digitali dovrebbero essere implementati in modo coerente. In secondo luogo, le opposizioni devono essere limitate. Oggi troppi casi contenziosi bloccano la costruzione. Dovrebbero essere ammessi solo quelli con interessi propri degni di protezione e gli abusi dovrebbero essere impediti con l’imposizione di costi. In terzo luogo, occorre un maggiore equilibrio tra edilizia residenziale e tutela dei monumenti: la densificazione interna, la sostituzione di edifici e una riduzione degli inventari di protezione sono fondamentali per non bloccare l’edilizia residenziale. Stiamo portando avanti queste riforme, di concerto con le nostre sezioni cantonali, a tutti e tre i livelli federali.

Come valuta il settore la situazione politica internazionale e quali effetti concreti ne percepisce?
Le incertezze globali rappresentano soprattutto un’opportunità per il settore immobiliare svizzero. La Svizzera, in quanto porto sicuro, attira stranieri benestanti che richiedono immobili e infrastrutture. Naturalmente ci sono anche rischi legati alle catene di approvvigionamento, all’aumento dei costi dei materiali e dell’energia e a una maggiore regolamentazione, ma il settore è in grado di affrontarli ed è quindi resistente alle crisi.

Cosa la motiva personalmente a impegnarsi così fortemente per l’ulteriore sviluppo del settore edile svizzero?
Vivo con convinzione il sistema di milizia svizzero. La nostra società civile ha bisogno di professionisti pragmatici al comando e non di ideologi con conoscenze puramente teoriche. Il settore edile svolge un ruolo centrale per il futuro della nostra società, e questo mi motiva. Crea alloggi, infrastrutture e posti di lavoro sicuri per molte famiglie.

Profilo personale

Gian-Luca Lardi, nato a Poschiavo, ha studiato ingegneria civile al Politecnico federale di Zurigo e ha conseguito un MBA presso l’Università di San Gallo. Dopo aver lavorato come progettista a Zurigo e Londra per un gruppo edile britannico, ha assunto incarichi dirigenziali in Svizzera nella costruzione di AlpTransit. Successivamente è stato per molti anni CEO di un’impresa edile e totale, attiva in tutta la Svizzera, nonché responsabile nazionale di un gruppo globale. 
Dal 2015 presiede la Società Svizzera degli Impresari Costruttori e fa parte degli organi direttivi di economiesuisse, dell’Unione svizzera degli imprenditori e dell’Unione svizzera delle arti e mestieri. Oggi è attivo nel settore edile e immobiliare e ricopre cariche di amministratore indipendente. 
Lardi è sposato, padre di due figlie e vive con la sua famiglia in Ticino. 

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