Il panorama fiscale svizzero in transizione

Giugno 2025

Le imposte societarie svizzere sono in leggero calo, ma i nuovi sviluppi internazionali e la tassa minima globale mettono la politica di localizzazione al centro dell'attenzione. Scopra di più sulle opportunità e le sfide che ne derivano per gli investitori e gli sviluppatori immobiliari.

Nel 2025, l’aliquota media dell’imposta sul reddito delle società in Svizzera è scesa dal 14,6 al 14,4 percento. Il Cantone di Zugo rimane il leader con appena l’11,85%, mentre Berna (20,54%), Zurigo (19,61%) e il Vallese (17,12%) occupano i primi posti della classifica fiscale. A prima vista, questo è un segno dell’attrattiva della posizione commerciale, ma le dinamiche sono più sfumate.

Infatti, alcuni cantoni hanno addirittura aumentato leggermente le loro aliquote fiscali. Ginevra, ad esempio, è passata dal 14 al 14,7 percento, mentre Basilea Città aumenterà la sua aliquota al 14,53 percento nel 2026. Ciò è dovuto all’introduzione dell’aliquota fiscale minima globale del 15 percento per le aziende con profitti elevati. I Cantoni che in precedenza erano considerati luoghi a bassa tassazione si stanno adattando per attutire la minaccia dell’imposta aggiuntiva e conservare le entrate. Per gli investitori, ciò significa che, sebbene il vantaggio fiscale rimanga, è necessaria una certa flessibilità per poter reagire alle differenze cantonali e agli adeguamenti futuri.

La posizione rimane competitiva
C’è stata anche una leggera diminuzione delle aliquote fiscali massime per i privati. Da una media del 32,7 al 32,5 percento. Ginevra (-1,7 punti percentuali) e Svitto (-0,61) in particolare hanno abbassato le loro aliquote. Tuttavia, la classifica rimane stabile. Svitto (21,98%), Zugo (22,68%) e Nidvaldo (24,1%) rimangono al top. Ginevra, Vaud e Berna rimangono i cantoni più costosi per le persone che guadagnano di più. Per gli sviluppatori immobiliari e i lavoratori altamente qualificati, queste differenze nella localizzazione dell’imposta sul reddito continuano ad essere un fattore decisivo, soprattutto per i progetti internazionali.

Imposta minima globale Stabilità in Svizzera, incertezze a livello internazionale
Oltre 50 Paesi in tutto il mondo hanno già implementato l’imposta minima del 15% per le grandi aziende. Tuttavia, gli Stati Uniti, la forza trainante dell’iniziativa, non hanno ancora adottato le linee guida dell’OCSE nella legislazione nazionale. Al contrario, la nuova amministrazione statunitense sta mettendo sempre più in discussione il progetto. Esperti come Stefan Kuhn di KPMG Svizzera sottolineano che, nel peggiore dei casi, queste incertezze potrebbero portare a un ritorno della concorrenza fiscale o a tasse digitali speciali. Per la Svizzera, tuttavia, il segnale è chiaro: la tassa minima globale sta diventando una realtà anche qui. La stabilità dell’implementazione e la capacità di pianificare rimangono un vantaggio localizzativo rispetto agli incerti sviluppi internazionali.

I cantoni aumentano l’attrattiva della sede con progetti mirati
Parallelamente agli adeguamenti fiscali, molti cantoni stanno investendo in progetti di promozione della sede. Lucerna, Basilea Città, Zugo e altri hanno già adottato programmi per sostenere le aziende locali e i nuovi trasferimenti. Per gli sviluppatori immobiliari, questo significa opportunità per nuovi progetti, incentivi per gli investimenti in spazi commerciali e residenziali e una solida base per modelli di business sostenibili a lungo termine.

Allo stesso tempo, è chiaro che non è la politica fiscale a determinare l’attrattiva di una località, ma anche le misure di accompagnamento come le infrastrutture, la garanzia di manodopera qualificata e la digitalizzazione. È qui che si creano nuovi spazi per progetti innovativi per sviluppatori e investitori,

soprattutto in un contesto di mercato caratterizzato da crescenti richieste di sostenibilità ed efficienza delle risorse.

Politica industriale e tariffe
Oltre alle tasse, le questioni relative al commercio internazionale stanno nuovamente acquisendo importanza. Le discussioni sulle tariffe statunitensi, gli accordi commerciali bilaterali e la politica industriale strategica stanno guidando la reindustrializzazione in tutto il mondo. Per le sedi svizzere, ciò significa che la domanda di spazi produttivi e logistici adeguati potrebbe aumentare. Allo stesso tempo, la protezione delle industrie strategiche sta ricevendo nuovamente un maggiore sostegno politico, il che potrebbe aprire nuove aree per gli investimenti nell’alta tecnologia e nella produzione industriale.

La Svizzera rimane forte – occhi puntati sull’Irlanda e sull’Asia
In un confronto internazionale, la Svizzera rimane alla pari con le altre principali località europee. L’Irlanda tassa gli utili aziendali al 12,5%, l’Ungheria al 9%. Guernsey, le Bahamas e le Isole Cayman rimangono paradisi a bassa tassazione con lo zero percento, ma questo non è un confronto per la Svizzera. Invece, la posizione compete con metropoli attraenti come Hong Kong (16,5%) o Singapore (17%), che attirano con programmi di incentivi aggiuntivi. Anche Cina, India e Brasile continuano ad affidarsi ad altre strategie fiscali con aliquote elevate (25-34%), ma offrono selettivamente oneri effettivi bassi per le industrie strategiche. La Svizzera rimane competitiva e integra questo vantaggio con un quadro politico e legale stabile.

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