Le nuove celle solari in perovskite superano il test del piombo

Windisch AG, Agosto 2021

I ricercatori dell'Università di scienze applicate della Svizzera nordoccidentale hanno dimostrato che il piombo contenuto nelle nuove e ben confezionate celle solari in perovskite difficilmente fuoriesce. Ora stanno sviluppando processi per recuperare il metallo pesante dalle vecchie celle e riciclarlo.

Un gruppo di ricerca dell’Università di Scienze della Vita ( HLS ) dell’Università di Scienze Applicate della Svizzera nordoccidentale (FHNW) dà il via libera: i loro test mostrano che il piombo contenuto nelle nuove celle solari in perovskite è altrettanto poco slavato di tutti altri metalli funzionali, anche in caso di danni atmosferici. Le celle sono state in grado di resistere ai test dell’acqua piovana e della grandine senza che la concentrazione di metallo nell’acqua piovana aumentasse notevolmente.

Il prerequisito per un basso rischio ambientale è che le celle solari siano imballate secondo gli standard commerciali. Ma “anche con un imballaggio scadente, solo il 5-10% del contenuto totale di piombo nell’acqua piovana è stato misurato per diversi mesi”, afferma il dottorando HLS Felix Schmidt in un rapporto del FHNW. “Attualmente vediamo pochi motivi di preoccupazione per quanto riguarda i possibili impatti ambientali del piombo”. Tuttavia, questa questione delicata per quanto riguarda l’accettazione sociale di questa tecnologia deve essere comunicata in modo trasparente.

Le celle solari Permoskite sono considerate il futuro del fotovoltaico. Negli ultimi anni, enormi progressi nella ricerca hanno aumentato la loro efficienza dal 3 a quasi il 30%. Questo è appena al di sopra di quello delle tradizionali celle al silicio.

Perovskite è il termine collettivo per nuovi materiali, la cui struttura cristallina è simile al minerale naturale, noto anche come perovskite. Le perovskiti assorbono la luce in modo particolarmente efficiente e conducono bene l’elettricità generata. Sono entrambi economici e facili da produrre e lavorare. Tra l’altro, in Svizzera sono attivi due programmi di ricerca nazionali. Sono progettati per incoraggiare la rapida adozione di questa tecnologia dirompente.

Ora bisogna pensare a “cosa accadrà alle celle solari alla fine della loro vita”, continua Schmidt. “Ecco perché stiamo attualmente sviluppando modi per estrarre completamente il piombo dalle vecchie cellule e riutilizzarlo in nuove cellule”.

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