«Il Cantone investe 360 milioni in opere pubbliche»

Ticino, Dicembre 2020

Giovanni Realini, capo della Sezione della Logista del Dipartimento cantonale delle finanze e dell’economia, spiega come nel prossimo quadriennio il Cantone sosterrà l’economia ticinese con consistenti investimenti nel proprio patrimonio immobiliare. Una panoramica sulle principali opere in programma.

Di cosa si occupa esattamente la Sezione della logistica del DFE?
La Sezione della logistica si occupa soprattutto di gestire il patrimonio immobiliare del Cantone Ticino. Parliamo di un patrimonio di circa 2 miliardi di franchi. Noi gestiamo ogni aspetto riguardante il ciclo di vita del portafoglio immobiliare, lo ottimizziamo e lo sviluppiamo. In pratica il nostro lavoro va dalla pianificazione logistica, allo studio di fattibilità, alla gestione del progetto, alla sua realizzazione, fino alla manutenzione del bene costruito. La Sezione della logistica si occupa anche di tutti gli acquisti per l’amministrazione pubblica, per esempio – tanto per restare sull’attualità – dai disinfettanti alle mascherine, fino al materiale scolastico.

Concentriamoci sul settore immobiliare: può darci qualche cifra?
Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare del Cantone, si prevede nel prossimo quadriennio di investire complessivamente circa 360 milioni di franchi in edifici, tra nuove costruzioni e risanamenti di immobili già esistenti. Nel 2019 è stato votato dal Parlamento cantonale un credito quadro di progettazione di 60 milioni di franchi, che permetterà di dare il via alla progettazione, attraverso concorsi, di diversi edifici amministrativi e scolastici. Nel corso di quest’anno, inoltre, il Consiglio di Stato ha licenziato all’attenzione del Parlamento un ulteriore credito quadro di 100 milioni di franchi per la manutenzione programmata degli edifici pubblici per i prossimi 6 anni.

Sintetizzando, si può dire che nei prossimi anni il Cantone immetterà nell’economia ticinese un bel po’ di quattrini sotto forma di opere pubbliche. Sicuramente una boccata d’ossigeno in questi tempi di crisi da coronavirus…
È un messaggio molto importante per l’economia cantonale. Quello che stiamo vivendo è un momento in cui il residenziale tende a diminuire ed è l’ente pubblico che, con diversi progetti e investimenti, può sopperire parzialmente alla perdita programmata. La crisi era già prevista, ma poi con la pandemia di Covid-19 si è aggravata. Questi investimenti pubblici, anticiclici dovrebbero aiutare a recuperare parte della diminuzione degli investimenti privati nel settore residenziale prevista nei prossimi anni. Gli investimenti riguarderanno sia la realizzazione di nuovi edifici che la manutenzione programmata dei nostri edifici, come pure ristrutturazioni complete e risanamenti parziali. Sono investimenti che daranno lavoro ad aziende e a professionisti presenti sul nostro territorio.

Ci può citare qualche esempio tra questi nuovi progetti?
Tra le opere maggiori, attualmente abbiamo concorsi aperti per il Centro professionale tecnico del settore tessile a Chiasso, lo stand di tiro del Ceneri, il comparto scolastico di Mendrisio, quello della giustizia di Lugano, nonché un mandato di studio in parallelo per il nuovo Museo di storia naturale di Locarno. A questi si aggiungono il concorso per la ristrutturazione del Pretorio di Locarno e una tripla palestra a Bellinzona (in pubblicazione entro fine anno).
Parallelamente ai concorsi si stanno ultimando il nuovo centro di pronto intervento di Mendrisio, il centro scolastico ICEC a Bellinzona e l’ampliamento delle scuole medie di Viganello.

Tornando al nuovo Centro professionale tecnico del settore tessile di Chiasso, ci può illustrare un po’ più nel dettaglio la storia di questo atteso progetto?
Tutto nasce dal fatto che l’odierna sede di Viganello della Scuola specializzata superiore di abbigliamento e design della moda (STA) è giunta al termine del suo ciclo di vita e dovrà essere demolita.
Si sono analizzate, attraverso studi di fattibilità, delle sedi alternative. In seguito a queste analisi la decisione è caduta su Chiasso per la vicinanza con quella che si può definire la «Valle della moda» del Mendrisiotto, dove hanno sede molte aziende d’abbigliamento. Inoltre, l’ubicazione vicino alla ferrovia favorisce la mobilità degli studenti sul trasporto pubblico. Una realtà, quella di edificare in vicinanza dei nodi di trasporto pubblico, che si sta sviluppando in tutta la Svizzera. In aggiunta, l’area di Chiasso dove sorgerà il Centro professionale tecnico del settore tessile potrebbe avere un’espansione con altri contenuti scolastici e potrebbe svilupparsi in un vero e proprio polo formativo.

E per quanto riguarda il nuovo poligono di tiro del Monte Ceneri di cui si parla ormai da oltre un decennio?
Quello del nuovo centro polifunzionale d’istruzione e tiro del Monte Ceneri è un progetto rilevante, particolare e unico, con un investimento previsto di circa 55 milioni di franchi. Un progetto molto importante, dunque, che nasce dalla volontà di creare una struttura cantonale centralizzata, dove la polizia possa svolgere la sua formazione e dove si possono tenere i tiri obbligatori del servizio militare, eliminando così gli odierni stand di tiro aperti, che presentano problemi ambientali e di rumore. Lo stand di tiro, infatti, sarà completamente coperto e situato in una zona che vede già concentrate alcune attività militari e di polizia. Il concorso bandito prevede specifiche minuziose per ogni aspetto, da quello ingegneristico a quello paesaggistico e acustico. Si tratta di un progetto unico e abbastanza innovativo, perché in Svizzera vi sono solo pochi poligoni di tiro sotterranei di dimensioni più contenute.

Oltre a quelli citati, ci sono altri progetti importanti in vista?
Uno di questi è sicuramente la riorganizzazione delle sedi della giustizia a Lugano, che prevede la ristrutturazione dell’odierno palazzo di giustizia e l’ampliamento delle superfici nell’attuale sede della Banca EFG, il cosiddetto «Palazzo Botta». Per questo progetto il Cantone prevede un investimento importante, destinato all’acquisto dello stabile della Banca EFG e alla sua trasformazione, e ai lavori di risanamento dell’attuale palazzo di giustizia che si protrarranno per alcuni anni. È un progetto importantissimo sia per il Cantone, che potrà usufruire di un edificio rappresentativo e di qualità, con una superficie importante in centro a Lugano e vicino all’attuale sede concentrando quindi le attività, che per la Città.

Che tipo di ristrutturazione si prevede per questo edificio così rappresentativo?
E’ un edificio con grande flessibilità in buono stato di conservazione, che permetterà una risistemazione degli spazi senza degli interventi importanti. L’esterno molto verosimilmente non sarà toccato, mentre gli spazi interni saranno in parte risistemati. Il grosso intervento avverrà al pian terreno, dove saranno create alcune aule di tribunale.

Si prevede qualche investimento anche a Bellinzona?
Attualmente si è concluso il mandato di studio in parallelo riguardante l’area delle Officine FFS, promosso congiuntamente da Cantone, Comune di Bellinzona e Ferrovie federali svizzere. Si tratta di definire lo sviluppo di questo comparto, dove il Cantone avrà a disposizione spazi amministrativi, scolastici e un polo dell’innovazione. I risultati del mandato di studio in parallelo sono stati presentati nelle scorse settimane. Si tratta di un quartiere moderno, pensato prestando grande attenzione ai temi della sostenibilità, dell’intergenerazionalità e della mobilità lenta, con l’intento di offrire spazi per l’abitazione e il lavoro. Sul sedime s’intende anche realizzare la sede di rete ticinese del Parco dell’innovazione Switzerland Innovation. Si tratta di un progetto ambizioso i cui lavori di pianificazione, che inizieranno a breve, comporteranno una realizzazione che durerà diversi d’anni.

In conclusione, cosa si prospetta per il patrimonio immobiliare del Cantone?
Penso che come attori pubblici dovremo garantire uno sviluppo sostenibile, ossia l’equilibrio tra criteri architettonici, ambientali, sociali e finanziari, assicurando così una qualità totale ai nostri edifici. Dovremo inoltre riflettere sulla trasformazione del lavoro e sull’utilizzo delle superfici, in particolar modo quelle amministrative. Secondo due studi che abbiamo svolto in collaborazione con la SUPSI, riguardanti l’utilizzo degli spazi in ambito scolastico-formativo e amministrativo, se da un lato si prevede un aumento dello smart working da casa, nel contempo ci sarà un aumento delle superfici a disposizione del personale che resterà a lavorare in sede con delle metodologie di lavoro più agili e, di conseguenza, di spazi diversi di lavoro e aggregazione che saranno condivisi. Anche in seguito alla pandemia di coronavirus, ci sarà sicuramente un cambiamento per quanto attiene al distanziamento tra un collaboratore e l’altro. L’attuale minimo di superficie per collaboratore sarà verosimilmente rivisto al rialzo. Probabilmente gli open-space, tanto in voga negli ultimi anni, si trasformeranno in luoghi di lavoro diversi, con spazi di riunione e scambio, seguendo un’ottica di organizzazione orizzontale del lavoro e non più solo piramidale. In pratica ci saranno meno postazioni di lavoro in sede, ma con più spazio a disposizione per ogni singolo collaboratore, questo probabilmente porterà ad una riduzione del fabbisogno di uffici. Le superfici legate alla formazione si trasformeranno in funzione delle nuove soluzioni didattiche, che porteranno ad avere spazi più flessibili che porteranno ad un ripensamento delle aule tradizionali. ■

Chi è Giovanni Realini

Giovanni Realini (56 anni), di formazione architetto, dal 2019 è a capo della Sezione della logistica del Dipartimento delle finanze e dell’economia del Canton Ticino. Dopo un’iniziale esperienza in alcuni studi d’architettura, ha maturato un’ampia competenza dirigenziale all’interno di grandi aziende svizzere, come tra l’altro Migros Ticino, la RTSI e le Ferrovie Federali Svizzere. In qualità di capo della Sezione della logistica, Giovanni Realini ha il compito di coordinare i diversi ambiti, dalla pianificazione alla costruzione e ristrutturazione di immobili fino alla gestione e manutenzione del patrimonio immobiliare del Cantone.

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